Gli
abitanti del nostro quartiere sono sempre stati capaci di organizzarsi per
creare momenti di incontro e socialità e mantenere viva e attiva la nostra
comunità. C'è da dire, però, che sempre più spesso ormai queste esperienze sono
ostacolate dalla burocrazia e dagli impedimenti creati dalle istituzioni.
Alcuni
giorni fa siamo venuti a conoscenza di una situazione che rispecchia questi
aspetti; c'è un fondo, in via Bramante, affidato da più di quindici anni ad una
signora del quartiere che lo gestisce senza fine di lucro, ad esempio per
organizzarci pomeriggi di tombola che si rivelano momenti di incontro
importanti, soprattutto per alcune persone anziane che altrimenti rischiano di
rimanere molto sole.
Le
utenze di questa stanza (elettricità ed acqua) sono sempre state a carico della
circoscrizione; adesso che ufficialmente le circoscrizioni sono state abolite
(ed al loro posto sono stati fatti i ctp) il comune ha, un po' alla volta,
cominciato a trascurare questo tipo di esperienze, fino al punto che a questa
stanza è stata tagliata la corrente.
Adesso
le tombolate e le altre attività che si svolgevano in questo posto (un
doposcuola per ragazzi) sono molto in difficoltà e possono continuare, in
maniera molto limitata, solo nelle ore di luce. C'è anche il timore che
l'intenzione del comune sia quella di liberare definitivamente il fondo per poi
metterlo in vendita, come tanti altri nel nostro quartiere.
Ci
chiediamo se la bolletta della luce di una stanza, che funge da spazio di
aggregazione importante per alcuni abitanti del quartiere e non solo, fosse una
spesa troppo eccessiva per il comune, vista la decisione di staccarla.
Questa
situazione non ci pare un caso isolato, ma sommata ad altri casi ci dà un
quadro molto buio della realtà degli spazi sociali nel quartiere: da una parte
i campini dismessi, i fondi a cui viene staccata la luce, la difficoltà di
ottenere uno spazio qualsiasi (anche solo per fare una festa di carnevale);
dall'altra sempre più stanze sfitte che il comune prova a mettere in vendita,
invece che assegnarle a scopo sociale per i bisogni del quartiere.
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